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Una rosa è una rosa è una rosa, ma un crisantemo?

Mentre scrivevo il post sul tuxedo sofa, mi è tornato in mente un problema di traduzione che risale a diverse vite fa. In quel caso non si trattava di divani ma di fiori.

Nel post che ho appena citato, scrivevo – tra le altre cose – che se avessi semplicemente cambiato modello di divano, facendolo diventare, che so, un Chesterfield, la mia sarebbe stata una scelta arbitraria e immotivata. In altri casi, però, una scelta del genere potrebbe essere legittima.

Dunque, nel romanzo che stavo traducendo diverse vite fa, durante una partita di – football? baseball? boh, chi se lo ricorda più – le ragazze sugli spalti avevano dei crisantemi appuntati – sulle divise? tra i capelli? boh, chi se lo ricorda più.

Una delle poche cose che ricordo è la mia reazione di fronte a quel passaggio, di fronte a quei crisantemi, ovvero un grosso: EH??? Perché io, italiana, associo il crisantemo a morti e cimiteri. Negli USA, però, il crisantemo non ha nessuna connotazione funerea, anzi è un fiore festivo.

Cosa si fa in questi casi? Si riflette, si valutano pro e contro, e si prendono decisioni, anche a costo di toppare – perché tradurre non è solo il mestiere di riflettere, è soprattutto il mestiere di decidere.

Io, non volendo assolutamente che il lettore italiano reagisse con un grosso EH???, che è chiaramente un eufemismo – o una traduzione? – per WTF???, ho pensato che mi toccava cambiare fiore.

Breve digressione: quando traduco un romanzo, cerco sempre di tenere a mente quale potrebbe essere la reazione del lettore madrelingua e provare a suscitare – nei limiti del possibile – la stessa reazione nel lettore che legge il libro in traduzione. E qui, proprio perché negli USA, e presumo nel mondo anglofono in generale, il crisantemo non è assolutamente associato alla morte e ai cimiteri, non ci sarebbe stata nessuna reazione. Fine della digressione.

Ecco perché, in un caso come quello, cambiare fiore non mi sembra una scelta arbitraria e immotivata.

Ovviamente non ricordo più cosa sono diventati quei crisantemi – forse delle zinnie? Però so esattamente in che modo ho ragionato mentre cercavo il fiore sostituto. Mi sono mossa all’interno della stessa famiglia, dello stesso periodo di fioritura, ho guardato un sacco di foto cercando qualcosa che, anche visivamente, non fosse completamente diverso dal crisantemo.

Piccola nota: ora che ci penso, avrei potuto sfangarla in modo più rapido, trasformando i crisantemi in generici fiori.


DISCLAIMER: I miei post non hanno la presunzione di rivelare la verità assoluta. Sono solo riflessioni di una traduttrice tra tante. Dicono qualcosa del mio approccio a questo lavoro, che non è l’unico e – soprattutto – non è necessariamente quello migliore. Ma tant’è.