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Formule ricorrenti e variazioni

Come scrivevo qui, prima di cominciare a tradurre un nuovo libro, cerco di farmi un’idea di quali saranno i problemi principali che dovrò affrontare.

Il romanzo che sto traducendo adesso e che mi farà compagnia per tutta l’estate, per mia fortuna, non sembra essere particolarmente problematico, ma ho subito capito che la mia autrice usa un elemento stilistico che mi darà non poche gatte da pelare.

Stile formulare, niente di nuovo per chi abbia letto Omero e un po’ di epica ma anche per chi abbia familiarità con le narrazioni orali.

Qua ci starebbe una bella parentesi sulla tradizione letteraria africana, sul suo debito dei confronti dell’oralità, ma anche no.

Per intenderci, la mia autrice usa delle formule – più o meno lunghe – che si ripetono nel corso di tutto il libro, a volte con qualche leggera variazione.

Qualche esempio:

the government-issued, bungalow-style house with whitewashed walls and no veranda;

a colonial-style house with French windows, a red wraparound veranda and
an English rose garden
;

the patch of grass that masqueraded as a lawn and stood where a veranda should have been.

Ora, in casi del genere, i problemi sono essenzialmente tre.

Tanto per cominciare, visto che sono formule che tornano frequentemente, non puoi permetterti di tirarle via, perché se qualcosa non torna o non funziona o non scorre, magari al lettore sfugge la prima volta, ma a un certo punto se ne accorgerà.

In secondo luogo, devi fare attenzione a ogni minima variazione. Perché se hai dieci volte the patch of grass that masqueraded as a lawn and stood where a veranda should have been e poi, di colpo, the small patch of land that constituted their front yard, ti tocca trovare il modo per richiamare la formula “regina” da un lato, ma variare volta dall’altro – proprio come succede nell’originale.

Ma la rogna più grossa è un’altra. Queste formule sono inserite in un contesto più ampio: c’è sempre qualcosa che viene prima e qualcosa che viene dopo, ed è lì che bisogna fare attenzione, molta attenzione. In sostanza, bisogna riuscire a tradurre la formula in modo che si adatti a tutti i contesti/ecosistemi linguistici in cui è inserita.

Prendiamo questo caso: where the government-issued, bungalow-style house with whitewashed walls and no veranda that he called home was situated. Se usassi casa per tradurre la formula ricorrente, che pesci piglierei quando compare home?

Insomma, sono consapevole che mi trascinerò questi problemi dalla prima all’ultima pagina e che, solo a prima stesura finita, potrò trovare delle soluzioni definitive – perché magari, nell’ultima pagina, mi capita l’ennesima variazione che mi costringe a smontare di nuovo tutto da capo.

Per non impazzire, nel frattempo, tengo traccia: ogni volta che compare una di queste formula la evidenzio sul mio documento di Word e, se è il caso, annoto in un commento a margine eventuali variazioni rispetto alla formula “regina”. E chiedo all’universo di mostrarsi clemente e non mettermi troppo i bastoni tra le ruote.


DISCLAIMER: I miei post non hanno la presunzione di rivelare la verità assoluta. Sono solo riflessioni di una traduttrice tra tante. Dicono qualcosa del mio approccio a questo lavoro, che non è l’unico e – soprattutto – non è necessariamente quello migliore. Ma tant’è.