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La traduzione è un lavoro di squadra

Si parla tanto della solitudine del traduttore, eppure la traduzione è un lavoro di squadra.

Certo, nel momento in cui un editore mi affida un libro, io so che passerò giorni, settimane, mesi, da sola, alla scrivania, davanti al pc, con l’originale in PDF da una parte e il documento di Word nel quale, piano piano, prende forma la mia traduzione dall’altra. E, a pensarci bene, già in quella fase, non sono propriamente da sola, visto che a tenermi compagnia c’è una discreta folla: l’autore, il narratore, i personaggi. Però, sì, è vero, quella è indubbiamente la fase del lavoro solitario.

Solo che non finisce lì. Perché nel momento in cui io invio il file all’editore, entrano in scena nuove figure.

Prima di tutto, arriva il revisore che, bontà sua, rileggerà la mia traduzione con l’originale a fianco, e sicuramente beccherà errori, sviste, calchi, ripetizioni, giri di frase infelici, e via discorrendo. Fase cruciale, questa, che può essere paradisiaca o infernale. Di base, però, finita la revisione, la traduzione è quasi sempre migliore di quanto non fosse prima: perché quattro occhi, quattro mani e quattro teste funzionano meglio di due.

A quel punto, la palla passa all’editor, che ha giustamente diritto di parola e di intervento. Per ultimi, vengono i correttori di bozze che, oltre ai refusi, potrebbero beccare – e segnalare – anche altro.

Questo, ovviamente, nel mondo ideale – anzi, nel mondo dell’editoria seria, che ancora si cura della qualità del prodotto finale. Perché, ahimè, capita anche che si saltino passaggi fondamentali – e vengono stampati, distribuiti e venduti libri sciatti, pieni di brutture, che fanno sanguinare gli occhi ai più.

La revisione, in particolare, è un diritto inalienabile del traduttore – al quale, spesso, il revisore bravo, attento e scrupoloso, salva il cosiddetto, mentre altri tipi di revisore lo mandano dritto alla neuro – di questo, però, parlerò in un altro post. Ma la revisione è anche un diritto inalienabile del lettore che, in virtù del fatto che il libro lo compra e lo paga con moneta sonante, merita di trovarsi per le mani, un prodotto curato, non tirato via.


DISCLAIMER: I miei post non hanno la presunzione di rivelare la verità assoluta. Sono solo riflessioni di una traduttrice tra tante. Dicono qualcosa del mio approccio a questo lavoro, che non è l’unico e – soprattutto – non è necessariamente quello migliore. Ma tant’è.